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La radioprotezione in Italia ha origini lontane. Già nel 1926 la Società Italiana di Radiologia medica costituì un “Comitato tecnico” con il compito, tra l’altro, di “seguire ed applicare le norme di protezione” e di esercitare la sorveglianza sull’esecuzione da parte delle case costruttrici delle norme di protezione da adottare e sul controllo degli strumenti di misura compresi quelli installati sugli apparecchi radiologici. Negli anni venti e inizio anni trenta l’ing. Pugno Vanoni fu una figura di rilievo nel campo della dosimetria e strumentazione, noto anche in campo internazionale, tanto da essere chiamato a far parte della Commissione internazionale per le unità radiologiche e del Comitato per la protezione radiologica promosso dal secondo Congresso internazionale di radiologia (1928), in seguito ICRP. Nel 1933, su iniziativa del prof. P. Tandoja, radiologo napoletano, venne pubblicata in Italia la “Carta della protezione”, alla stesura della quale contribuì lo stesso Pugno Vanoni. Nel 1938 il professor G.C. Trabacchi dell’Istituto Superiore di Sanità costruiva e metteva in esercizio la prima camera di ionizzazione in aria libera, sostituita da una nuova camera campione da utilizzarsi come standard primario, progettata e realizzata da Mario Chiozzotto nella seconda metà degli anni ’50...

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